Ma allora è possibile ?? ... forse non è solo come pensate...

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Super_Lollo
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Visto che a riguardo c'è un ignoranza COLOSSALE... vi copio queste righe...

    Lo so che adesso guarderete sotto e vedrete che è lungo e non lo leggerete , magari per andare a giocare alla play o per vedere il grande fratello... lo so ...è per questo che il mondo va a rotoli ...perchè la gente se ne fotte della realtà..preferisce prendere il fumo negli occhi e guardare il jersey shore o come cazzo si scrive...

    io vi conisglio di leggere e investire 10 minuti della vostra fottuta vita per capire che forse NON è SOLO come ci viene proposta la nostra vita .

    La rinascita dell 'islanda


    Oggi vogliamo raccontarvi una storia, il perché lo si capirà dopo. Di quelle storie che nessuno racconta a gran voce, che vengono piuttosto sussurrate di bocca in orecchio, al massimo narrate davanti ad una tavola imbandita o inviate per e-mail ai propri amici. È la storia di una delle nazioni più ricche al mondo, che ha affrontato la crisi peggiore mai piombata addosso ad un paese industrializzato e ne è uscita nel migliore dei modi.

    L'Islanda. Già, proprio quel paese che in pochi sanno dove stia esattamente, noto alla cronaca per vulcani dai nomi impronunciabili che con i loro sbuffi bianchi sono in grado di congelare il traffico aereo di un intero emisfero, ha dato il via ad un'eruzione ben più significativa, seppur molto meno conosciuta. Un'esplosione democratica che terrorizza i poteri economici e le banche di tutto il mondo, che porta con se messaggi rivoluzionari: di democrazia diretta, autodeterminazione finanziaria, annullamento del sistema del debito.

    Ma procediamo con ordine. L'Islanda è un'isola di sole di 320mila anime – il paese europeo meno popolato se si escludono i micro-stati – privo di esercito. Una città come Bari spalmata su un territorio vasto 100mila chilometri quadrati, un terzo dell'intera Italia, situato un poco a sud dell'immensa Groenlandia.

    15 anni di crescita economica avevano fatto dell'Islanda uno dei paesi più ricchi del mondo. Ma su quali basi poggiava questa ricchezza? Il modello di 'neoliberismo puro' applicato nel paese che ne aveva consentito il rapido sviluppo avrebbe ben presto presentato il conto. Nel 2003 tutte le banche del paese erano state privatizzate completamente. Da allora esse avevano fatto di tutto per attirare gli investimenti stranieri, adottando la tecnica dei conti online, che riducevano al minimo i costi di gestione e permettevano di applicare tassi di interesse piuttosto alti. IceSave, si chiamava il conto, una sorta del nostrano Conto Arancio. Moltissimi stranieri, soprattutto inglesi e olandesi vi avevano depositato i propri risparmi.

    Landsbanki
    La Landsbanki fu la prima banca a crollare e ad essere nazionalizzata in seguito al tracollo del conto IceSave

    Così, se da un lato crescevano gli investimenti, dall'altro aumentava il debito estero delle stesse banche. Nel 2003 era pari al 200 per cento del prodotto interno lordo islandese, quattro anni dopo, nel 2007, era arrivato al 900 per cento. A dare il colpo definitivo ci pensò la crisi dei mercati finanziari del 2008. Le tre principali banche del paese, la Landsbanki, la Kaupthing e la Glitnir, caddero in fallimento e vennero nazionalizzate; il crollo della corona sull'euro – che perse in breve l'85 per cento – non fece altro che decuplicare l'entità del loro debito insoluto. Alla fine dell'anno il paese venne dichiarato in bancarotta.

    Il Primo Ministro conservatore Geir Haarde, alla guida della coalizione Social-Democratica che governava il paese, chiese l’aiuto del Fondo Monetario Internazionale, che accordò all'Islanda un prestito di 2 miliardi e 100 milioni di dollari, cui si aggiunsero altri 2 miliardi e mezzo da parte di alcuni Paesi nordici. Intanto, le proteste ed il malcontento della popolazione aumentavano.

    A gennaio, un presidio prolungato davanti al parlamento portò alle dimissioni del governo. Nel frattempo i potentati finanziari internazionali spingevano perché fossero adottate misure drastiche. Il Fondo Monetario Internazionale e l'Unione Europea proponevano allo stato islandese di di farsi carico del debito insoluto delle banche, socializzandolo. Vale a dire spalmandolo sulla popolazione. Era l'unico modo, a detta loro, per riuscire a rimborsare il debito ai creditori, in particolar modo a Olanda ed Inghilterra, che già si erano fatti carico di rimborsare i propri cittadini.

    Il nuovo governo, eletto con elezioni anticipate ad aprile 2009, era una coalizione di sinistra che, pur condannando il modello neoliberista fin lì prevalente, cedette da subito alle richieste della comunità economica internazionale: con una apposita manovra di salvataggio venne proposta la restituzione dei debiti attraverso il pagamento di 3 miliardi e mezzo di euro complessivi, suddivisi fra tutte le famiglie islandesi lungo un periodo di 15 anni e con un interesse del 5,5 per cento.

    Proteste
    I cittadini islandesi non erano disposti ad accettare le misure imposte per il pagamento del debito.

    Si trattava di circa 100 euro al mese a persona, che ogni cittadino della nazione avrebbe dovuto pagare per 15 anni; un totale di 18mila euro a testa per risarcire un debito contratto da un privato nei confronti di altri privati. Einars Már Gudmundsson, un romanziere islandese, ha recentemente affermato che quando avvenne il crack, “gli utili [delle banche, ndr] sono stati privatizzati ma le perdite sono state nazionalizzate”. Per i cittadini d'Islanda era decisamente troppo.

    Fu qui che qualcosa si ruppe. E qualcos'altro invece si riaggiustò. Si ruppe l'idea che il debito fosse un'entità sovrana, in nome della quale era sacrificabile un'intera nazione. Che i cittadini dovessero pagare per gli errori commessi da un manipoli di banchieri e finanzieri. Si riaggiustò d'un tratto il rapporto con le istituzioni, che di fronte alla protesta generalizzata decisero finalmente di stare dalla parte di coloro che erano tenuti a rappresentare.

    Accadde che il capo dello Stato, Ólafur Ragnar Grímsson, si rifiutò di ratificare la legge che faceva ricadere tutto il peso della crisi sulle spalle dei cittadini e indisse, su richiesta di questi ultimi, un referendum, di modo che questi si potessero esprimere.

    La comunità internazionale aumentò allora la propria pressione sullo stato islandese. Olanda ed Inghilterra minacciarono pesanti ritorsioni, arrivando a paventare l'isolamento dell'Islanda. I grandi banchieri di queste due nazioni usarono il loro potere ricattare il popolo che si apprestava a votare. Nel caso in cui il referendum fosse passato, si diceva, verrà impedito ogni aiuto da parte del Fmi, bloccato il prestito precedentemente concesso. Il governo inglese arrivò a dichiarare che avrebbe adottato contro l'Islanda le classiche misure antiterrorismo: il congelamento dei risparmi e dei conti in banca degli islandesi. “Ci è stato detto che se rifiutiamo le condizioni, saremo la Cuba del nord – ha continuato Grímsson nell'intervista - ma se accettiamo, saremo l’Haiti del nord”.

    Costituzione Islanda
    I Cittadini islandesi hanno votato per eleggere i membri del Consiglio costituente

    A marzo 2010, il referendum venne stravinto, con il 93 per cento delle preferenze, da chi sosteneva che il debito non dovesse essere pagato dai cittadini. Le ritorsioni non si fecero attendere: il Fmi congelò immediatamente il prestito concesso. Ma la rivoluzione non si fermò. Nel frattempo, infatti, il governo – incalzato dalla folla inferocita – si era mosso per indagare le responsabilità civili e penali del crollo finanziario. L'Interpool emise un ordine internazionale di arresto contro l’ex-Presidente della Kaupthing, Sigurdur Einarsson. Gli altri banchieri implicati nella vicenda abbandonarono in fretta l'Islanda.

    In questo clima concitato si decise di creare ex novo una costituzione islandese, che sottraesse il paese allo strapotere dei banchieri internazionali e del denaro virtuale. Quella vecchia risaliva a quando il paese aveva ottenuto l'indipendenza dalla Danimarca, ed era praticamente identica a quella danese eccezion fatta per degli aggiustamenti marginali (come inserire la parola 'presidente' al posto di 're').

    Per la nuova carta si scelse un metodo innovativo. Venne eletta un'assemblea costituente composta da 25 cittadini. Questi furono scelti, tramite regolari elezioni, da una base di 522 che avevano presentato la candidatura. Per candidarsi era necessario essere maggiorenni, avere l'appoggio di almeno 30 persone ed essere liberi dalla tessera di un qualsiasi partito.

    Ma la vera novità è stato il modo in cui è stata redatta la magna charta. "Io credo - ha detto Thorvaldur Gylfason, un membro del Consiglio costituente - che questa sia la prima volta in cui una costituzione viene abbozzata principalmente in Internet".

    Quarto Stato
    L'Islanda ha riaffermato il principio per cui la volontà del popolo sovrano deve prevalere su qualsiasi accordo o pretesa internazionale

    Chiunque poteva seguire i progressi della costituzione davanti ai propri occhi. Le riunioni del Consiglio erano trasmesse in streaming online e chiunque poteva commentare le bozze e lanciare da casa le proprie proposte. Veniva così ribaltato il concetto per cui le basi di una nazione vanno poste in stanze buie e segrete, per mano di pochi saggi. La costituzione scaturita da questo processo partecipato di democrazia diretta verrà sottoposta al vaglio del parlamento immediatamente dopo le prossime elezioni.

    Ed eccoci così arrivati ad oggi. Con l'Islanda che si sta riprendendo dalla terribile crisi economica e lo sta facendo in modo del tutto opposto a quello che viene generalmente propagandato come inevitabile. Niente salvataggi da parte di Bce o Fmi, niente cessione della propria sovranità a nazioni straniere, ma piuttosto un percorso di riappropriazione dei diritti e della partecipazione.

    Lo sappiano i cittadini greci, cui è stato detto che la svendita del settore pubblico era l'unica soluzione. E lo tengano a mente anche quelli portoghesi, spagnoli ed italiani. In Islanda è stato riaffermato un principio fondamentale: è la volontà del popolo sovrano a determinare le sorti di una nazione, e questa deve prevalere su qualsiasi accordo o pretesa internazionale. Per questo nessuno racconta a gran voce la storia islandese. Cosa accadrebbe se lo scoprissero tutti?
     
    Top
    .
  2. Zenkerius
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Il senso del messaggio sarebbe replicare questo modello in Italia?

    Ma soprattutto, dalla lettura dell'articolo vorrei capire, in che modo "si stanno riprendendo"? Perchè han rivoluzionato la politica? Questo farebbe sparire il debito pubblico?
     
    Top
    .
  3. Super_Lollo
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    No , precisiamo ...

    In italia ovviamente la cosa non è replicabile per questioni puramente logistiche , l'islanda è un decimo dell italia...

    ma quanto successo è l'esempio....

    l'esempio che forse quanto ci vieni imposto da questa polica marcia e schifosa non è LEGGE !!! ...

    la gente si può ribellare... la gente può dire di NO .

    vi rendete conto che in italia abbiamo al potere il corruttore ( il nano ) e abbiamo estradato il corrotto ? ( craxi )

    vi rendete conto che ai giovani non frega piu un cazzo di niente ?

    vi rendete onto che siamo ad un passo dal baratro ??

    forse non vi è qnaora entrato in testa ...

    il tempo sta scadendo ... non è piu il tempo del " ma si vaffanuclo va bene cosi tanto che ci possiamo fare ? " ....

    NOOO...

    non è piu' tempo di fregarsene .... bisogna svegliarsi...

    io lo vedo con i miei lavori ..... questa italia cosi come è adesso ha massi 10 anni ... SE NON SI CAMBIA la nostra economia andrà a rotoli ...

     
    Top
    .
  4. Zenkerius
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Il senso sarebbe dunque quello di ribellarsi alla politica attuale?
     
    Top
    .
  5. Super_Lollo
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Zenkerius @ 19/10/2011, 14:39) 
    Il senso sarebbe dunque quello di ribellarsi alla politica attuale?

    Ovvio -.-

    Trovi altri significati ?
     
    Top
    .
  6. Zenkerius
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Considerando che il senso globale del primo articolo postato (dal mio personale punto di vista) non è "Si sono ribellati e han vinto" ma "Si sono rialzati dalla crisi e nel frattempo han cambiato politica" (peraltro, come si siano rialzati, è un mistero da quel che si puo' leggere) a me il messaggio sembra tutt'altro che scontato. Inoltre, le due cose mi sembrano totalmente indipendenti ex post, e il problema odierno non è liberarsi di questi politici, quanto rialzarsi economicamente. Le due cose sono collegate solo a lungo termine e solo se c'è la possibilità valida di una politica economica fatta bene (e io, onestamente, vedo una roba fatta "benino" come quella dell'ultima finanziaria, nel senso che a mio modesto avviso non è semplice fare meglio coi mezzi a disposizione). Rivoluzionare ora vuol dire solo far cadere un pedofilo che passa gran parte del suo tempo a far leggi per sè dalla poltrona. Moralmente ineccepibile, ma pragmaticamente poco utile.
     
    Top
    .
  7. Luka™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Calma. Questi hanno fatto una rivoluzione contro i banchieri, non contro i politici. La Bce e la FMI tengono tutti per le palle in Europa da quando c'è la crisi. Questi hanno avuto le palle di non farsi sfruttare.

    È quello che sostengo io da sempre. Vuoi tu, Bce, guadagnare sul mio debito? Col cazzo. Piuttosto rinuncio ai prestiti e torniamo a mangiare solo quello che cresce dalla terra, come facevano i nostri nonni. Che erano molto più intelligenti di noi
     
    Top
    .
  8. .cris
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    lollo si è fumato un cilum
     
    Top
    .
  9.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Dirigente

    Group
    Utente Club
    Posts
    11,106
    Reputation
    +9
    Location
    abito nel paese chiamato "la Porta dell'Etna"

    Status
    Offline
    ho letto tutto l'articolo lollo, con molto interesse, e devo dire che da adesso avrò molta più stima per il popolo islandese che ha avuto il coraggio di farsi sentire dal suo governo, e sta avendo la forza per rialzarsi da un debito forse più grosso di quello nostro..
    quello che mi chiedo è, come noi italiani possiamo cambiare le sorti del nostro stupendo paese? comportandoci alla loro stessa maniera? non vorrei che si passasse dalla padella alla brace ma la penso come te quando dici che, o si fa qualcosa ADESSO, o cadremo nel baratro definitivamente...
    e magari, cadendo, riusciremo a rialzarci, magari mangiando solo pane e acqua, senza dover incolpare nessuno di tutto questo, tranne che noi stessi.. io una tenue speranza che qualcosa cambi c'è l'ho sempre..


    mentre mi duole vedere che, tanto per cambiare, il post di cris è pieno di significato...
     
    Top
    .
  10. blu71
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    In Italia un percorso come quello islandese è impensabile innanzi tutto per una chiara mancanza, nei più, dell' idea di bene comune.
     
    Top
    .
  11. Super_Lollo
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    dai ragazzi oramai sono anni che metto i post un po provocatori per far si che attraggano interesse...

    cmq per rispondervi , no non mi sono fumato un cylum ... no , come già spiegato in italia non è replicabile questa cosa...

    per rispondere invece a luka...

    esatto , hai centrato in pieno il concetto ..



    CITAZIONE (pyer @ 19/10/2011, 15:42) 
    ho letto tutto l'articolo lollo, con molto interesse, e devo dire che da adesso avrò molta più stima per il popolo islandese che ha avuto il coraggio di farsi sentire dal suo governo, e sta avendo la forza per rialzarsi da un debito forse più grosso di quello nostro..
    quello che mi chiedo è, come noi italiani possiamo cambiare le sorti del nostro stupendo paese? comportandoci alla loro stessa maniera? non vorrei che si passasse dalla padella alla brace ma la penso come te quando dici che, o si fa qualcosa ADESSO, o cadremo nel baratro definitivamente...
    e magari, cadendo, riusciremo a rialzarci, magari mangiando solo pane e acqua, senza dover incolpare nessuno di tutto questo, tranne che noi stessi.. io una tenue speranza che qualcosa cambi c'è l'ho sempre..

    Io vedo da parte della nostra politica ( ma questo è un discorso piu ampio ) sti approfittando dell ignorazna dell italiano medio....

    ma questo succede da sempre...

    la nostra politica cosi come è concepita oggi non è PER LA SALVAGUARDIA DEL CITTADINO...

    ma è solo per la salvaguardia dei prori interessi..

    il tempo dei nani delle ballerine e dei pupazzi al governo è FINITO...

     
    Top
    .
  12. Zenkerius
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Luka™ @ 19/10/2011, 15:32) 
    Calma. Questi hanno fatto una rivoluzione contro i banchieri, non contro i politici. La Bce e la FMI tengono tutti per le palle in Europa da quando c'è la crisi. Questi hanno avuto le palle di non farsi sfruttare.

    È quello che sostengo io da sempre. Vuoi tu, Bce, guadagnare sul mio debito? Col cazzo. Piuttosto rinuncio ai prestiti e torniamo a mangiare solo quello che cresce dalla terra, come facevano i nostri nonni. Che erano molto più intelligenti di noi

    Non è un modello replicabile nell'era del "siamo nel mezzo della crisi, facciamo fatica ad arrivare a fine mese" (però intanto hanno l'adsl, sky e la cintura di gucci). In più, se consideri che da noi le risorse naturali sono una fetecchia a livello globale e che altrove i minatori lavorano per un pugno di riso, è impossibile pensare di arrivare ad un livello di autarchia, nè di esportazione sufficiente al sostentamento collettivo.

    CITAZIONE (Super_Lollo @ 19/10/2011, 15:59) 
    dai ragazzi oramai sono anni che metto i post un po provocatori per far si che attraggano interesse...

    cmq per rispondervi , no non mi sono fumato un cylum ... no , come già spiegato in italia non è replicabile questa cosa...

    per rispondere invece a luka...

    esatto , hai centrato in pieno il concetto ..



    CITAZIONE (pyer @ 19/10/2011, 15:42) 
    ho letto tutto l'articolo lollo, con molto interesse, e devo dire che da adesso avrò molta più stima per il popolo islandese che ha avuto il coraggio di farsi sentire dal suo governo, e sta avendo la forza per rialzarsi da un debito forse più grosso di quello nostro..
    quello che mi chiedo è, come noi italiani possiamo cambiare le sorti del nostro stupendo paese? comportandoci alla loro stessa maniera? non vorrei che si passasse dalla padella alla brace ma la penso come te quando dici che, o si fa qualcosa ADESSO, o cadremo nel baratro definitivamente...
    e magari, cadendo, riusciremo a rialzarci, magari mangiando solo pane e acqua, senza dover incolpare nessuno di tutto questo, tranne che noi stessi.. io una tenue speranza che qualcosa cambi c'è l'ho sempre..

    Io vedo da parte della nostra politica ( ma questo è un discorso piu ampio ) sti approfittando dell ignorazna dell italiano medio....

    ma questo succede da sempre...

    la nostra politica cosi come è concepita oggi non è PER LA SALVAGUARDIA DEL CITTADINO...

    ma è solo per la salvaguardia dei prori interessi..

    il tempo dei nani delle ballerine e dei pupazzi al governo è FINITO...

    Ma sai perchè queste rivoluzioni riescono altrove? Perchè sono "4 gatti". Con poca gente le cose riescono, con N-milioni di persone no. Perchè se tu hai N-milioni di persone, il potere dei media (e non solo loro) che ovunque, nel mondo, in un modo o nell'altro ti friggono il cervello, rendono N-milioni di persone rincoglionite e plasmabili come idioti (e non solo a livello politico, ma anche sulla linea d'onda del consumismo, per dire). In italia ci sono decine di milioni di votanti, di cui il 90% non sa cosa sta facendo quando entra in cabina elettorale. Nazioni che hanno 300mila votanti, per dire, hanno una percentuale di votanti cosciente esponenzialmente più alta della nostra. Siamo troppi, soprattutto per un paese non esportatore a livello di materie prime (ricollegandomi a quanto detto a luka)
     
    Top
    .
  13. Luka™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Zenkerius @ 19/10/2011, 18:55) 
    CITAZIONE (Luka™ @ 19/10/2011, 15:32) 
    Calma. Questi hanno fatto una rivoluzione contro i banchieri, non contro i politici. La Bce e la FMI tengono tutti per le palle in Europa da quando c'è la crisi. Questi hanno avuto le palle di non farsi sfruttare.

    È quello che sostengo io da sempre. Vuoi tu, Bce, guadagnare sul mio debito? Col cazzo. Piuttosto rinuncio ai prestiti e torniamo a mangiare solo quello che cresce dalla terra, come facevano i nostri nonni. Che erano molto più intelligenti di noi

    Non è un modello replicabile nell'era del "siamo nel mezzo della crisi, facciamo fatica ad arrivare a fine mese" (però intanto hanno l'adsl, sky e la cintura di gucci). In più, se consideri che da noi le risorse naturali sono una fetecchia a livello globale e che altrove i minatori lavorano per un pugno di riso, è impossibile pensare di arrivare ad un livello di autarchia, nè di esportazione sufficiente al sostentamento collettivo.

    Prima o poi non avremo più la possibilità di scegliere... La crisi non si risolverà da sola e più si andrà avanti peggio sarà. Magari noi non ci saremo più, ma la storia è ciclica, da sempre. Se fino a 40 anni ci ribellavamo ai nazisti in poche migliaia, non vedo perchè non potremmo organizzarci seriamente per una rivoluzione. Basta solo la volontà
     
    Top
    .
  14. .cris
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (pyer @ 19/10/2011, 15:42) 
    ho letto tutto l'articolo lollo, con molto interesse, e devo dire che da adesso avrò molta più stima per il popolo islandese che ha avuto il coraggio di farsi sentire dal suo governo, e sta avendo la forza per rialzarsi da un debito forse più grosso di quello nostro..
    quello che mi chiedo è, come noi italiani possiamo cambiare le sorti del nostro stupendo paese? comportandoci alla loro stessa maniera? non vorrei che si passasse dalla padella alla brace ma la penso come te quando dici che, o si fa qualcosa ADESSO, o cadremo nel baratro definitivamente...
    e magari, cadendo, riusciremo a rialzarci, magari mangiando solo pane e acqua, senza dover incolpare nessuno di tutto questo, tranne che noi stessi.. io una tenue speranza che qualcosa cambi c'è l'ho sempre..


    mentre mi duole vedere che, tanto per cambiare, il post di cris è pieno di significato...

    l'ho scritto per far intendere che una cosa del genere non è assolutamente replicabile qui in italia...
    e poi, "fatt i cazz toi".
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Dirigente

    Group
    Utente Club
    Posts
    11,106
    Reputation
    +9
    Location
    abito nel paese chiamato "la Porta dell'Etna"

    Status
    Offline
    CITAZIONE (.cris @ 19/10/2011, 19:52) 
    CITAZIONE (pyer @ 19/10/2011, 15:42) 
    mentre mi duole vedere che, tanto per cambiare, il post di cris è pieno di significato...

    l'ho scritto per far intendere che una cosa del genere non è assolutamente replicabile qui in italia...
    e poi, "fatt i cazz toi".

    speravo mi rispondessi così.. è la stessa storia di quando abbiamo parlato in bacheca della differenza nord-sud, dove tu dicevi che se non si prova a far cambiare mentalità a certa gente, qui al sud resteremo sempre "arretrati"
    lo stesso discorso posso fartelo io in questo contesto, cosa ci costa provare??

    cmq calmati cris.. ti ho punzecchiato solo per spiegarti questo passaggio.. :)
     
    Top
    .
21 replies since 19/10/2011, 13:18   273 views
  Share  
.