Neri più veloci dei bianchi?

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    Tifoso

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    CITAZIONE (er piscio de gatto @ 21/8/2012, 00:40) 
    Genetica e predisposizione, ad esempio, chi ha mai sentito parlare di un ragioniere brasiliano? O giocano a calcio o si fanno mettere le tette per battere all'Esselunga

    :muhahah: :muhahah: :muhahah: :muhahah: :muhahah:
     
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  2. milankundera 3-0
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    E ci credo,partono almeno con 15 cm. di vantaggio........
     
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  3. iceman.
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    CITAZIONE (Vinnie @ 13/8/2012, 22:58) 
    Genetica. Perchè si è mai visto un nuotatore di colore?

    Traore'?

    CITAZIONE (`Nicco @ 20/8/2012, 19:39) 
    O un ciclista di colore?

    Traore?
     
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  4. James Watson
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    CITAZIONE (Cyrano de Bergerac @ 20/8/2012, 23:24) 
    CITAZIONE (James Watson @ 20/8/2012, 22:46) 
    Più che di genetica parlerei di "fisiologia".. ;)

    Non è il settore di cui mi occupo e paleso dunque la mia ignoranza ma mi interesserebbe sapere perchè hai precisato "fisiologia"? Cosa significa? :)

    Allora cyrano, come sempre premetto che non sono molto bravo a spiegare argomenti complessi in parole molto semplici... questo è un mio grosso limite, ma ci provo lo stesso.
    Qualcuno più sopra ha accennato al fatto che in realtà questa sorta di superiorità di una etnia rispetto ad un altra in un determinato sport è dovuta ad un migliore "adattamento ambientale".
    In buona parte questa è una spiegazione valida, soprattutto se la abbiniamo a fattori di "cultura" per un certo sport.
    Per quanto riguarda i fondisti ed i mezzo fondisti da anni ad esempio si affermano campioni provenienti dall'Etiopia, ma più che dall'Etiopia tutta si tratta di atleti che provengono tutti dallo stesso altopiano, quello di Bekoji (2800 mt sul livello del mare).
    Allenandosi per anni a quote così alte, in presenza di un'aria così rarefatta e in cui la concetrazione di ossigeno è più bassa, il loro organismo si "abitua" ad essere messo sotto sforzo in queste condizioni. Per riuscire a mantenere a livelli accettabili l'ossigenazione del sangue con una concentrazione di ossigeno così bassa, nel tempo l'organismo si adatta modificandosi (si formano più capillari, aumenta il numero dei globuli rossi.. etc). L'effetto più interessante dell'adattamento dovuto alla permanenza in altitudine, è costituito dall'aumento dell'emoglobina, dei globuli rossi e dell'ematocrito, che permettono di aumentare il trasporto di ossigeno ai tessuti. L'incremento di globuli rossi ed emoglobina farebbe attendere un incremento del 125% rispetto al livello del mare. I principali adattamenti alla maggiore scarsità di ossigeno sono quindi rappresentati:

    a) Adattamenti respiratori (iperventilazione): aumento della ventilazione polmonare e aumento della capacità di diffusione dell'O2

    b) Adattamenti ematici (poliglobulia): aumento del numero di globuli rossi, modificazioni dell'equilibrio acido base del sangue.

    c) Adattamenti cardio-circolatori: aumento della frequenza cardiaca e riduzione della gittata sistolica.

    Tutte queste modificazioni, messe insieme, si traducono in una maggiore efficienza di uso dell'ossigeno atmosferico. Una volta portato un soggetto con queste modificazioni in quote normali (livello del mare) egli avrà, rispetto a chi si allena in queste condizioni, una maggiore capacità di ossigenare il sangue e una migliore efficienza d'uso. Questo si traduce, direttamente, in una minore produzione di acido lattico, responsabile tra l'altro dell'"indurimento" delle gambe e dei crampi, nei tessuti muscolari (la produzione di acido lattico avviene nei muscoli quando questi sono sottoposti a sforzo anaerobico).
    Già questo è un fattore importante, se poi aggiungiamo l'aspetto culturale (gli abitanti dell'altopiano etiope sono abituati sin da bambini a percorrere grandi distanze a piedi), la "fame" di emergere da condizioni non certo esaltanti e tutto il resto, possiamo provare a spiegare perché in determinate discipline alcuni atleti la facciano da padroni.
    La storia dello sport è caratterizzata da nette dominazioni regionali cicliche. Per esempio, i podisti scandinavi nel primo Novecento schiantavano ogni concorrenza tra i 5000 e i 10000 metri. Ai tempi i nordici erano reputati imbattibili. Gli esperti sostengono di non sottovalutare il vantaggio psicologico derivato da tali pregiudizi. Secondo loro, finché gli africani godranno della nomea di insuperabili sarà dura cercare di batterli.
    Per quanto riguarda gli sprinter, il discorso è un po' diverso e un filino più complicato perché dobbiamo andare a parlare di composizone percentuali delle fibre muscolari, struttura e costituzione del corpo e conseguente posizione del baricentro..
     
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  5. eje
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    E' una questione culturale e anche di allenamento. Negli USA pure gli sprinter da 10.5 son negri, poi si allenano meglio... per esempio non ci sono sprinter Cubani di livello, eppure son negri e hanno una forte tradizione nell'atletica. Comunque credo anch'io ci sia una certa componente naturale, tendini più lunghi, inserzioni dei muscoli diverse, tipi di fibre ecc. che è più facile trovare in un africano occidentale (non che li abbiano tutti automaticamente però). Per la resistenza vale il discorso di James Watson.
     
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  6. Cyrano de Bergerac
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    Grazie james, molto chiaro nell'esposizione. ;)
     
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20 replies since 8/8/2012, 18:34   391 views
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